Il nostro Studio è specializzato nei ricorsi in materia di elettrosmog e impianti a banda larga.
Le immissioni promanabili dall’impianto a banda larga possono comportare elementi di concreto rischio per la salute di coloro che vivono nelle sue immediate vicinanze. Per questo consigliamo a chi vive nei pressi di una grande antenna radioelettrica di rivolgersi al nostro Studio, specializzato in materia, e di non limitarsi a proteste sterili e appelli ai media, come spesso accade.
L’individuazione del punto di equilibrio che determini il miglior grado di protezione in rapporto alla valutazione dell’incertezza è un compito che spetta al Giudice, per cui la loro reale tutela passa attraverso il processo amministrativo.
Per ogni informazione sui nostri ricorsi potete contattarci al numero 0810143128 dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 19.00; oppure scrivendoci una mail.
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In particolare, di recente un numeroso gruppo di ricorrenti assistiti dagli avvocati Giuseppe Aulino ed Elio Errichiello, ha ottenuto un provvedimento di disattivazione e rimozione dell’impianto radioelettrico a banda larga di un noto colosso delle telecomunicazioni, una pronuncia che segna un passo importante nella giurisprudenza in campo di onde elettromagnetiche ed elettrosmog.
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In via cautelare, il Giudice amministrativo ha riconosciuto il periculum in mora insito nell’esposizione dei ricorrenti alle onde elettromagnetiche dell’antenna a banda larga, e ha ordinato la disattivazione dell’antenna appena installata.
E’ un passaggio particolarmente rilevante visto che gli studi medici in materia non sono ancora sviluppati, e non si è raggiunta la certezza scientifica assoluta circa la dannosità e pericolosità delle onde elettromagnetiche emesse da impianti radioelettrici, sebbene vi siano evidenze che dimostrano la cancerogenicità delle onde elettromagnetiche (infatti l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro – IARC – ha classificato i campi elettromagnetici come cancerogeni di gruppo 2B).
Sul punto, la difesa dei ricorrenti ha insistito sui numerosi recenti studi scientifici che depongono nel segno di una generale dannosità delle onde elettromagnetiche, sia direttamente per degenerazione delle cellule umane, sia per le interferenze con apparecchi di sostegno vitale come i pacemaker.
La vittoria al Tar ha ottenuto un forte riscontro mediatico, con interviste radiofoniche e televisive.
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Ecco le foto del momento della rimozione dell’antenna
Ecco il video della rimozione dell’antenna
La percezione del rischio in materia di elettrosmog non può prescindere dai precedenti come, ad esempio, il precedente amianto. L’amianto, com’è noto, venne ampiamente utilizzato nelle costruzioni civili soprattutto a partire dal dopoguerra; quando però, a causa del verificarsi di numerosi casi di tumore fra gli addetti alle lavorazioni con amianto, sorsero dubbi sulla sua salubrità, vennero immediatamente condotti diversi studi che ne evidenziarono la cancerogenicità. Ma ci vollero quaranta anni perché il legislatore in Italia (come altrove) intervenisse proibendo l’impiego delle fibre d’amianto con la 1. 27 marzo 1992 n. 257. Se per l’amianto la cancerogenicità risultò conclamata soltanto dopo molti anni di ricerca, nel caso delle onde elettromagnetiche, fenomeno storicamente recente, dove la scienza ha già attestato una evidenza di verosimile cancerogenicità (US EPA, Rapporto 600, 1984), appare improcrastinabile l’esigenza di offrire una tutela a chi, soprattutto i minori, rischia di essere irrimediabilmente danneggiato nei beni più preziosi, la vita e la salute, per le incertezze della scienza e le lungaggini del legislatore.