Il 14 maggio scorso al Tribunale di Napoli si è svolto il Convegno <<Intelligenza Artificiale – Profili etici e deontologici della giustizia predittiva>>, organizzato dal portale Data Protection Law in collaborazione con ANAI (Associazione Nazionale Avvocati Italiani) e Alpha Lawyers.
Il convegno ha affrontato il delicato tema della giustizia predittiva e dunque dell’Intelligenza Artificiale (AI) applicata alla giustizia.
L’AI, nel settore giuridico, può essere utilizzata sicuramente all’interno degli studi legali come supporto alla professione forense, ma può trovare altresì impiego nei tribunali, tramite l’utilizzo di algoritmi predittivi ai fini dell’assunzione di una decisione da parte del giudice o di una valutazione circa l’esito della controversia da parte dell’avvocato.
Negli USA si ricorre ormai da anni alla giustizia predittiva, tanto è vero che si annoverano casi di condanne e quantificazione della pena determinate sulla base degli esiti valutativi di un software predittivo. In Ue qualche sperimentazione è partita, ma siamo decisamente agli albori.
Tuttavia è evidente che lo sviluppo tecnologico avanza ad estrema velocità e per non essere inondati dallo stesso e colti impreparati è bene che i giuristi e tutti gli addetti ai lavori comincino a riflettere, confrontarsi e trovare soluzioni. È stato questo senz’altro lo scopo del Convegno.
Il fascino e la curiosità in merito ai temi in oggetto è di indubbia rilevanza, così come dimostrato anche dall’ingente partecipazione al Convegno; tuttavia, come è emerso, non sono pochi i dubbi e i timori sull’impiego dell’AI nel settore giuridico.
I freni inibitori che iniziano a generarsi con riferimento al rapporto tra AI e diritto sono determinati da vari fattori. I rumors sull’utilizzo, nell’amministrazione giudiziaria, di giudice-robot o di avvocati-robot, generano curiosità, ma anche diffidenza e paure. Un primo freno è dato infatti dagli allarmismi circa la progressiva sostituzione dei robot al lavoro umano; allarmismi forse non del tutto fondati, considerando che l’evoluzione sociale e tecnologica comporta inevitabilmente la scomparsa di alcune professioni, ritenute non più necessarie, ma crea allo stesso tempo il bisogno di nuove professionalità e competenze- basti pensare al fatto che il giurista è oggi chiamato ad interrogarsi e ad affrontare proprio i nuovi ambiti del diritto digitale-.
Un ulteriore limite è invece di tipo normativo, in quanto il funzionamento della giustizia predittiva deve essere regolato da logiche conformi al GDPR, ma anche al sistema penale caratteristico dei Paesi Ue e in particolare dell’Italia, incentrato sulla certezza del diritto, sullo standard decisorio “al di là di ogni ragionevole dubbio”, su un equo processo e sul principio del favor rei, principi questi difficili da conciliare con una decisione giudiziaria fondata su un algoritmo di valutazione del rischio, elaborato da un software predittivo.
Il dibattito ad ogni modo è aperto su vari fronti, in quanto impatta su molteplici profili e su principi sia etici che di diritto. Dopo i saluti del Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Antonio Tafuri e del Consigliere Carmine Foreste, l’avv. Elio Errichiello ha introdotto il tema segnalando anche varie applicazioni effettive delle tecnologie di intelligenza artificiale in ambito giuridico.
L’intervento del Prof. Giuseppe De Pietro, Direttore dell’Istituto di Calcolo e Reti ad Alte Prestazioni del CNR, ha fornito una panoramica approfondita in merito all’utilizzo e al funzionamento di algoritmi predittivi, machine learning e di deep learning – ossia le tecniche di AI maggiormente diffuse- e ha rassicurato sull’infondatezza della paura che l’AI possa sostituire il fattore umano, che anzi non potrà mai scomparire del tutto; al contrario è opportuno affidarsi alla tecnologia, considerandola come un ulteriore strumento da affiancare all’intelletto umano, al fine di indagare e vagliare nuove e migliori prospettive. L’intervento dell’avv. Livia Aulino, Dottoranda di ricerca in Humanities and technologies presso l’Università Suor Orsola Benicasa, ha invece approfondito l’aspetto giuridico e deontologico, trattando le novità della prima carta etica europea sull’uso dell’intelligenza artificiale nei sistemi giudiziari del 4 dicembre 2018.
Rosanna Celella